
Il Parco dei Nebrodi
Istituito il 4 agosto 1993, il 
Parco dei Nebrodi ha un'estensione di 85.687 ettari ed interessa il territorio di 21 
comuni. Notevole è la sua escursione altimetrica, che da poche decine di metri 
sul livello del mare raggiunge la quota massima di 1847 m. di Monte Soro. II 
parco è suddiviso in 4 zone nelle quali, a seconda dell'interesse naturalistico, 
operano particolari divieti e limitazioni, funzionali alla conservazione e, 
quindi, alla valorizzazione delle risorse che costituiscono il patrimonio 
dell'area protetta. Alla base della filosofia del parco è, infatti, il concetto 
di capacità portante, il quale definisce il limite oltre il quale la risorsa 
utilizzata nello svolgimento di una attività viene gravemente compromessa. 
Pertanto, la conservazione, motivo fondamentale dell'istituzione del parco, si 
realizza in senso dinamico, grazie a tutti quegli interventi volti all'uso 
compatibile delle risorse, ed è finalizzata alla valorizzazione delle risorse 
stesse. Assicurare, infatti, la perpetuazione nel tempo della risorsa è il 
presupposto essenziale per la sua stessa valorizzazione.
La zona 
A 
 (di riserva integrale) è estesa per 
24.546 ettari e comprende i sistemi boscati alle quote più elevate, le uniche 
stazioni siciliane di Tasso (Taxus baccata) ed alcuni affioramenti rocciosi. 
Oltre i 1200 m.s.l.m., sono localizzate vaste faggete (circa 10.000 ettari), 
mentre a quote comprese tra gli 800 ed i 1200 metri, sui versanti esposti a 
nord, e tra i 1000 ed i 1400 metri, sui versanti meridionali, è dominante il 
Cerro (Quercus cerris). Ampie aree pascolative si aprono, inoltre, tra faggete e 
cerrete. E' importante evidenziare che il Faggio (Fagus sylvatica) trova nel 
parco l'estremo limite meridionale del suo areale di diffusione. A quote meno 
elevate (600?800 metri fino al livello del mare) si trova la Sughera (Quercus 
suber) che, in particolare nel territorio di Caronia, forma associazioni di 
grande pregio ecologico. Sono, infine, ricomprese nella zona A le stazioni delle 
specie endemiche più importanti e le zone umide d'alta quota, nonchè tratti di 
interessanti corsi d'acqua.
La zona B 
(di riserva generale) è estesa per 46.879 ettari 
ed include le rimanenti formazioni boscate ed ampie aree destinate al pascolo, 
localizzate ai margini dei boschi. Sono, inoltre, presenti limitate zone 
agricole ricadenti in areali caratterizzati da elevato pregio naturalistico e 
paesaggistico.
La zona C 
 
(di protezione) si estende per 569 ettari e ricomprende nove aree, 
strategicamente distribuite sul territorio, in cui sono ammesse le attività 
rivolte al raggiungimento di importanti finalità del parco, quale, ad esempio, 
la realizzazione di strutture turistico?ricettive e culturali. La zona D (di 
controllo) è la zona di preparco e si estende per 13.593 ettari. Essa 
costituisce la fascia esterna dell'area protetta e consente il passaggio 
graduale nelle zone a più alta valenza naturalistica.
La zona D 
(di controllo) è la zona di preparco e si estende 
per 13.593 ettari. Essa costituisce la fascia esterna dell'area protetta e 
consente il passaggio graduale nelle zone a più alta valenza naturalistica.